La nostra salute e l’economia

In questi tempi di pandemia è all’evidenza quotidiana come la salute del singolo, di un popolo o dell’intero globo influenzino l’economia, in tutti i sensi possibili.

La salute del singolo influisce direttamente sulla sua condizione economica, poiché ne limita le attività lavorative, ne intacca le disponibilità materiali per poter accedere alle cure, induce altre persone a lui vicine a ridurre le proprie occupazioni per potersi dedicare alle attenzioni necessarie al malato o infortunato.

La salute di un popolo determina il suo successo economico, sottraendo o meno forza lavoro alla produzione, incidendo profondamente sul sempre determinante Prodotto Interno Lordo di un Paese.

La salute della popolazione mondiale, sia essa minacciata da pandemie come l’aviaria, la SARS o il Covid-19, oppure minata da fattori ambientali quali il global warming, è fattore rilevante nell’economia dei singoli Stati, nelle dispute tra gli stessi, nelle lotte per l’accesso alle risorse come l’acqua dolce o alla disponibilità di un vaccino.

Alla disponibilità degli strumenti per la prevenzione e la cura delle malattie e degli infortuni deve provvedere lo Stato, come avviene nelle più evolute democrazie, con la promulgazione di leggi e regolamenti che vi facciano riferimento.

Così si provvede alla salvaguardia del benessere del singolo e della collettività, regolando le attività pericolose, quelle inquinanti, le situazioni di rischio sanitario nell’industria e nell’agricoltura, monitorando e prevenendo, controllando e perseguendo chi non si adopera correttamente.

Nel contempo si istituisce una sanità pubblica, accompagnata da strutture sanitarie private, che deve essere accessibile a tutti i cittadini, i quali si rivolgono a essa per tutte le esigenze da malattia o infortunio, per prevenire e curare, per mantenere la propria salute al meglio.

Altrettanto si fa istituendo criteri di rispetto dell’ambiente, che garantiscano il minor inquinamento possibile, il maggior rispetto della natura compatibilmente con le attività umane al fine di non danneggiare uomini, animali ed ecosistema, il cui equilibrio è fondamentale per la continuazione della specie umana.

Spesso le attività richieste per il mantenimento della salute pubblica in generale si scontrano con i costi cui sono soggette, facendo pensare a molti che questi costi debbano essere ridotti o contenuti se non addirittura scaricati sul singolo cittadino, togliendone l’onere allo Stato.

Nulla di più sbagliato, come anche questa pandemia sta dimostrando; lo sforzo economico che lo Stato produce per prevenire, curare e riabilitare è direttamente proporzionale al suo successo e quindi il sostegno e l’aumento del benessere del cittadino sono fondamentali e producono effetti a valanga sull’economia.

Ogni statistica presa in esame ci dice che laddove l’attività sanitaria si è mossa nella logica del sostegno alla salute pubblica, pur incorrendo in forti aumenti dei costi correlati, le economie dei Paesi che li hanno sostenuti si sono difese meglio degli altri: basti prendere l’esempio degli Stati Uniti, dove negli ultimi mesi il Covid-19 ha fatto registrare un numero di contagi e morti altissimo a fronte della disponibilità dei vaccini.

Ricette per il benessere, a casa e fuori

Passano i giorni ma lo stress resta sempre dietro l’angolo per ognuno di noi. Le ricette per rimanere mentalmente sereni e fisicamente in forma non sono le stesse per tutti: qui ne abbiamo raccolte alcune, ma aspettiamo anche i vostri suggerimenti!

Lo yoga non è la panacea di tutti i mali

Come si vede anche dalla foto che abbiamo scelto per questo post, lo yoga è, insieme alla meditazione, uno dei punti di riferimento per chi ha bisogno di prendersi una pausa dalla frenesia della vita quotidiana, ma non è benefico per tutti.

Pensiamo semplicemente a chi sta vivendo la convalescenza dopo l’impianto di protesi al sedere: per queste persone la posizione del loto sarà impossibile. In questi casi ci viene incontro l’arte marziale cinese del Tai Chi: diversamente da altre forme di esercizio, si svolge con movimenti lenti e misurati, non creando alcun fastidio né alle protesi al sedere né ad altre parti del corpo!

Centri benessere sì, ma non solo

I centri benessere sono un evergreen per chi desidera ritrovare un equilibrio, ma dopo un intervento chirurgico, in particolare se elettivo, la tendenza è di cercare una “medical spa”, incontro perfetto fra clinica e hotel di lusso dove farsi assistere per qualche giorno dopo l’operazione.

Certo non tutti hanno la disponibilità economica per questo tipo di soggiorni, né tanto meno ne hanno necessità, non avendo subito interventi di protesi al sedere.

Può dunque valere la pena considerare delle alternative: senza allontanarsi dalla propria città, l’aspetto relativo alle manipolazioni benefiche può essere raggiunto affidandosi alle cure di un chiropratico.

E ancora: per molti il benessere è uno stato d’animo che si raggiunge solamente quando ci si allontana dal computer, così per iniziare a sentirsi in pace con il mondo, può bastare una passeggiata nel verde o un giro in bici lungo un percorso attrezzato! E chi non trova giovamento in queste pratiche, può sempre ricorrere a una rage room. Immaginatele come una sorta di escape room, dove invece di dover risolvere enigmi è concesso rompere tutto, ma proprio tutto! A patto di pagare per il tempo necessario a sfogarsi, ovviamente.

Chi le usa giura che fanno miracoli, e sarà anche per via del periodo storico particolare (è un eufemismo!) che stiamo vivendo, ma stanno iniziando a fare la loro comparsa anche dalle nostre parti. Il benessere si ottiene anche così!

Medicina moderna e la ricerca delle cure

Il progresso nella medicina moderna ci consente di riconoscere sempre di più quanto sia importante il successo della cura.

Esempi della medicina del passato sono significativi in senso opposto, basti pensare a quando si utilizzavano diffusamente prodotti come le iniezioni di mercurio per combattere alcuni malanni, oppure si amputavano arti o si eseguivano lobotomie ed elettroshock.

Il panorama delle cure che la medicina moderna offre al malato o all’infortunato oggi fortunatamente non ha più il sapore dell’alchimia del vecchio stregone, ma si propone di risolvere, con grande attenzione alle diverse patologie, i disagi derivati da infortuni e malattie, riportandoci il più possibile a uno stato di salute ideale.

Salute ed effetti collaterali: se ne può fare a meno?

Esistono comunque trattamenti terapici che influiscono con effetti collaterali sullo stato di salute generale, come le terapie oncologiche legate alla chemioterapia o alla radioterapia, ancora non così capaci di intervenire solo sulle cellule malate, e che infliggono danni temporanei al resto dell’organismo, influendo ad esempio sull’aspetto con la perdita dei capelli o sulla funzionalità di alcuni organi come il fegato, nell’ottica dell’eliminazione del tumore come priorità.

Abbiamo ancora la necessità di intervenire drasticamente in alcuni casi anche con amputazioni pur di salvare una vita, ma l’obiettivo rimane sempre quello di prestare la migliore cura possibile per il ritorno a una vita normale.

Si provvede alla cura del corpo ma anche a quella della mente, spesso indivisibili, perché da una grave malattia o infortunio si guarisce ma la mente rimane traumatizzata da quell’esperienza e da quanto incide sul futuro del malato.

Non basta più occuparsi di saldare un osso rotto, asportare un calcolo renale o curare una malattia infettiva: si deve sempre tener conto anche dei traumi psicologici che queste menomazioni, temporanee o permanenti, comportano per l’essere umano.

Proprio in questi giorni si dibatte sugli aspetti del cosiddetto Long Covid, ovvero sulle patologie fisiche e mentali che rimangono quale strascico dell’infezione grave da Covid-19 e che già stanno manifestando effetti in una larga percentuale di guariti.

La cura di queste patologie sarà assolutamente decisiva, quindi per la medicina moderna si apre una nuova sfida, lanciata da una imprevista e improvvisa, oltre che catastrofica, pandemia dalla quale dobbiamo, come abbiamo fatto per tante altre nel passato, uscire vincitori: cercare un equilibrio fra benessere mentale e corporeo.

La salute nel Terzo mondo

La storia ci ha insegnato come il benessere economico e sociale siano spesso stati afflitti dallo stato di salute delle popolazioni.

Le epidemie del passato, come la peste che ha ripetutamente colpito l’Europa a partire dal Medioevo, hanno significativamente inciso sullo sviluppo socio-economico di intere nazioni.

Oggi l’influenza negativa delle malattie infettive è più sentita nei paesi in via di sviluppo dove ancora persistono situazioni di scarsa igiene, limitato accesso all’acqua potabile e manca un servizio sanitario capillare.

Le economie di quegli Stati ne risentono gravemente, anche perché molte delle malattie che nei paesi occidentali sono sconfitte o trattate facilmente con comuni terapie, nei paesi sottosviluppati lasciano in chi ne è contagiato strascichi di inabilità parziale o totale, che possono andare dalla cecità alla cronicità di eventi febbrili debilitanti, come avviene per la febbre gialla o la malaria, che possono portare anche alla morte.

Laddove la crescita economica si fa strada, anche la sanità ne beneficia, migliorando le proprie prestazioni e offrendo al sistema l’occasione per ridurre l’incidenza delle conseguenze di malattie e anche infortuni sulla popolazione attiva, necessaria al buono stato di salute anche del paese inteso come sistema socio-economico.

Così si sviluppa anche tutto il settore della prevenzione oltre che quello della cura, con particolare riferimento alle condizioni di vita, all’accesso all’acqua potabile, alla riduzione dell’inquinamento, alla diffusione dei vaccini e alla costruzione di moderne ed efficienti strutture ospedaliere.

L’aumento del benessere nei paesi emergenti è strettamente correlato alla domanda di un maggiore accesso agli strumenti per la difesa della salute individuale e pubblica, alla fruibilità delle cure e della riabilitazione successiva, con conseguente sviluppo di tutte le attività connesse, dai centri per il trattamento post traumatico, alla riabilitazione motoria o psicologica, alla prevenzione e cura delle malattie infantili che tante vittime fanno e hanno fatto fino a oggi.

Infortuni e riabilitazione

Spesso è dalle notizie sportive che apprendiamo dei percorsi di riabilitazione post traumatica a cui si sottopongono atleti colpiti da infortuni che potrebbero minarne anche l’intera carriera.

Quelle cure riabilitative che non molti anni fa erano riservate solo ai più abbienti o ai casi disperati, oggi sono dispensate a quanti ne abbiano necessità in moltissime strutture sempre all’avanguardia.

Di certo le innovazioni più significative si sono avute nell’ambito dei traumi agli arti, fratture, distorsioni, lesioni e rotture dei legamenti, che accompagnano la vita degli atleti di ogni attività sportiva sia essa agonistica o amatoriale, ma che accadono con sempre maggiore frequenza sul lavoro e sulle strade che percorriamo ogni giorno e con ogni mezzo.

La medicina del lavoro è stata di grande aiuto nello sviluppo di tecniche e metodi di cura, di protesi e tutori, capaci di far recuperare pienamente o comunque in modo rilevante la piena funzionalità meccanica di arti e colonne vertebrali, di mandibole e archi dentari.

In ogni paese vi sono istituti di eccellenza cui fare riferimento in caso di bisogno e per affrontare le necessità di percorsi riabilitativi spesso complessi e con tempi lunghi, ma con ottime probabilità di successo.

Il futuro del benessere: le protesi cibernetiche

La nuova frontiera della cura nelle menomazioni di arti e altre parti del corpo umano sono le protesi cibernetiche.

L’aumento delle amputazioni, sia nel mondo sviluppato che in quello sottosviluppato, ha stimolato la ricerca e la realizzazione di apparati sempre più vicini agli arti umani.

Le cause delle amputazioni sono violente: incidenti, mine, infortuni sul lavoro, amputazioni su teatri di guerra, ma anche dovute a malattie come il diabete, la lebbra o i morsi di serpente o altri animali velenosi.

La ricerca sugli arti bionici ha raggiunto livelli di eccellenza per quanto riguarda le componenti meccaniche della protesi, la sua leggerezza e indossabilità, ma trova ancora un tallone d’Achille nella trasmissione dei segnali neurologici dal corpo alla protesi stessa.

Anche grazie all’elettromiografia, gli studiosi sono in questi anni riusciti a meglio interpretare questi segnali e a realizzare interfacce e software capaci di far eseguire correttamente alle protesi gli ordini impartiti dal nostro cervello.

Si è aperto lo sviluppo e produzione di arti accessibili agli amputati: accessibili sia per il prezzo, che per la qualità dei movimenti.

Dalle mani agli interi arti superiori, dalle gambe complete di piedi con caviglie e ginocchia snodate fino agli occhi, l’offerta protesica è in costante crescita e sta rendendo migliore la vita dei pazienti con disabilità.